Le vite di tutti sono state condizionate dalla pandemia e dal relativo lockdown che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi mesi. L’emergenza sanitaria ha coinvolto trasversalmente l’economia, la cultura, la società e la politica. È quindi stato necessario mettere in atto dei cambiamenti, nei più svariati ambiti, per adeguare le nostre vite al nuovo contesto che stiamo vivendo.

Le aziende italiane sono quindi alla ricerca di nuove vie per individuare le misure e le iniziative adatte a sostenere i loro collaboratori e le loro famiglie. In quest’ottica una risposta comune trovata da molte imprese è stata quella di utilizzare le possibilità previste dal welfare aziendale. Anche in questo campo però, sono in atto delle trasformazioni, a livello normativo e culturale, per cercare rispondere al meglio alle esigenze dei lavoratori italiani. 

Nell’ambito del welfare aziendale, uno dei possibili cambiamenti in atto è legato alla seguente domanda “Quale futuro per i premi di risultato dopo il Covid-19?” Interrogativo sulla bocca di tutti gli attori coinvolti nei piani, accordi e regolamenti per l’erogazione dei flexible benefit.

Dal 2016, infatti, questo settore è sempre stato in crescita grazie alle novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016, alle erogazioni previste dai Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro e nello specifico alla possibilità di convertire, su scelta libera del dipendente, il proprio Premio di risultato in beni e servizi welfare.

Questa possibilità ha dato un importante slancio al settore, fornendo un’alternativa alle aziende e ai dipendenti per ottenere rispettivamente un risparmio aziendale e un importo completamente defiscalizzato con un notevole aumento del poter d’acquisto.

Nel corso del tempo le caratteristiche che deve possedere il Premio di risultato (Pdr) per essere tale sono state modificate, chiarite, integrate da parte di Interpelli e Circolari dell’Agenzia dell’Entrate (ADE) che, anche in un momento complicato come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia Covid-19, è nuovamente intervenuta fornendo il tanto atteso chiarimento sulla detassazione dei Premi di risultato strutturati in corso d’anno.

Il 26 giugno è stata pubblicata infatti, la RISOLUZIONE N. 36/E (di cui vi alleghiamo il testo completo), che sostanzialmente racchiude un concetto fondamentale “la riparametrazione dell’ammontare del premio agevolabile”. Ovvero viene consentita l’agevolazione fiscale dei premi a prescindere dalla data di sottoscrizione dell’accordo e senza nessuna riparametrazione in riferimento al periodo effettivo.

Perché è così importante questo chiarimento in questo momento storico?
L’attuale emergenza non è solo, come ben sappiamo, sanitaria, ma anche economica e sociale: molte aziende si sono imbattute e tutt’ora si trovano in difficoltà economiche e tanti dipendenti di conseguenza hanno dovuto modificare il loro modo di vivere e di lavorare.

Parlare di produttività e redditività risulta, oggi, complicato se si guarda ai Premi di risultato 2021 relativi a obiettivi del 2020. Grazie a questa Risoluzione dell’ADE, quello che possono fare le aziende che vogliono continuare a beneficiare di questi sistemi defiscalizzati, è rivedere ed integrare entro il 2020 gli accordi di secondo livello in essere con le parti sindacali, con la possibilità di sganciarsi dalla classica logica della produttività e del profitto, legando invece l’erogazione dei premi dei prossimi anni agli altri indicatori previsti dalla Legge ovvero qualità, efficienza ed innovazione.

L’agevolazione sarà applicata sull’intero importo stabilito nel contratto aziendale/territoriale, senza considerare la data di sottoscrizione di quest’ultimo, permettendo alle aziende di erogare importi defiscalizzati, e ai loro dipendenti di continuare a godere di un premio convertibile in servizi flexible benefit.
La possibilità di riconsiderare retroattivamente anche i mesi precedenti alla sottoscrizione, darà la possibilità di avere margine per fissare gli obiettivi ora ma tenendo in considerazione in modo realistico quanto accaduto.

Il chiarimento dell’ADE certifica come oramai il welfare aziendale sia diventato centrale per lo sviluppo del Paese e ne sottolinea la sua importanza come strumento di sostegno alle famiglie italiane. Nessuna ricetta per l’economia del futuro può prescindere dal welfare aziendale: la precedente rinascita del welfare aziendale è avvenuta proprio durante una stagione di crisi, quella del 2008-2015, che ha portato agli interventi di riforma del 2016,2017,2018. Nei momenti di difficoltà il welfare aziendale ha fornito e fornirà anche per il prossimo futuro un supporto fondamentale al welfare pubblico sostenendo milioni di famiglie italiane.

In conclusione, la crescita del welfare aziendale e del mondo dei flexible benefit non si fermerà in seguito al Covid-19; è destinata a non arrestarsi, diventando sempre più strategica per lo sviluppo ed il sostegno dell’Economia del nostro Paese.

Per ricevere una consulenza dedicata, scrivi a Giorgia Majelli (giorgia.majelli@aon.it), Sales Manager della Divisione Health & Benefits.

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