Thoughtful businesswoman looking through window in office.

La pandemia COVID-19 ha evidenziato nuove sfide che le organizzazioni devono affrontare quotidianamente. Una di queste è come costruire una forza lavoro resiliente, elemento cruciale per le prospettive di lungo termine di tutte le aziende.
I programmi di wellbeing per i dipendenti sono sempre più riconosciuti come essenziali. Infatti, se da un lato le organizzazioni si stanno impegnando per attrarre e trattenere i talenti in un mercato del lavoro sempre più complesso, dall’altro è fondamentale anche prendersi cura del benessere fisico, mentale, finanziario ed emotivo dei dipendenti.

In seguito alla pandemia è emerso quanto precaria possa essere la resilienza della forza lavoro e come questo fattore sia tra le prime esigenze che devono affrontare i CEO e i dirigenti a livello globale.

La soluzione a questa sfida è ascoltare i dipendenti ponendo al centro la persona. È emersa l’importanza di prestare maggiore attenzione ai programmi di benessere in modo da aiutare i dipendenti a meglio affrontare i problemi che li riguardano, non solo sul posto di lavoro, ma anche nella vita privata. Questa maggiore attenzione alla salute mentale ed emotiva dei collaboratori può aiutarli a diventare più resilienti e soddisfatti.

Creando un ambiente di lavoro nel quale i dipendenti si sentano sicuri, motivati e connessi, le aziende possono ottenere team in grado di prosperare e di affrontare al meglio i tempi di crisi, come lo è stato il periodo pandemico. I programmi completi di wellbeing sono una componente essenziale per costruire una forza lavoro resiliente, ma è fondamentale anche avere una leadership illuminata e una comunicazione costante con i dipendenti.

In questi mesi stiamo vivendo un periodo di “Grandi Dimissioni” perché i dipendenti, che si sentono eccessivamente stressati o disconnessi, cercano di cambiare lavoro come mezzo per migliorare il proprio stato d’animo. È importante fare in modo che i dipendenti raggiungano il loro pieno potenziale professionale e nel farlo si sentano più rilevanti, più connessi e più appagati.

Inoltre, poiché diversi stakeholder, compresi gli investitori, pongono maggiore enfasi sui principi ambientali, sociali e di governance (ESG) delle aziende, il modo in cui i datori di lavoro si prendono cura del benessere dei loro dipendenti è un aspetto su cui porre massima attenzione.

Gli step necessari per costruire la resilienza

Le aziende stanno passando dalle parole alle azioni, compiendo diversi passi per garantire ambienti professionali, resilienti e agili.

Il primo step è condurre degli assessment per capire lo stato attuale del benessere della forza lavoro all’interno dell’organizzazione, utilizzando questionari e interviste.
Secondariamente, è necessario valutare i programmi di benefit già in essere per determinare se sono appropriati e se i dipendenti sono pienamente consapevoli e soddisfatti delle risorse a loro disposizione. I programmi di assistenza per i dipendenti (EAP) di molte aziende sono spesso poco utilizzati e bisognerebbe chiedersi se quei programmi stanno, di fatto, offrendo il livello di supporto necessario.

Infine, dato che molte imprese stanno adottando luoghi di lavoro ibridi, dove i dipendenti mescolano il lavoro da remoto e quello in presenza, bisogna considerare le diverse esigenze dei dipendenti che lavorano da remoto. Spesso le necessità di una forza lavoro ibrida sono, infatti, diverse da quelle dei dipendenti tradizionali e per questo è importante sviluppare i programmi giusti che possano coinvolgerli e motivarli allo stesso modo.

Costruire la resilienza nei lavoratori non tradizionali

Se le aziende vogliono costruire una forza lavoro resiliente, devono considerare sia i dipendenti tradizionali, sia i dipendenti non tradizionali o i gig worker. Oggi la forza lavoro è costituita da un mix di entrambi, ma allo stato attuale i programmi offerti dai datori di lavoro sono pensati solo per i dipendenti tradizionali.
Le organizzazioni devono quindi cambiare prospettiva e guardare alla resilienza attraverso una lente che si concentra anche sui dipendenti non tradizionali.

Cosa possono fare i datori di lavoro per questi collaboratori non tradizionali, che siano essi part-time o stagionali o gig worker, per garantire che possano svolgere il proprio lavoro al meglio?

Investire nella resilienza.

Costruire la resilienza della forza lavoro è un impegno a lungo termine. Le aziende devono valutare come rielaborare i programmi di wellbeing per costruire una forza lavoro resiliente e dovrebbero considerare qualsiasi costo aggiuntivo come un investimento che assicurerà un ritorno sulle prestazioni aziendali.

Per iniziare, Aon mette a disposizione delle organizzazioni un tool di autovalutazione gratuito che consente di misurare il livello di resilienza della propria forza lavoro. Per accedere

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