Il terzo web-ate di Making Future, a cui Aon ha partecipato, si è focalizzato sul lavoro, che in uno scenario di crisi post pandemico deve ripensare le proprie dinamiche nella direzione di nuove dimensioni e attività, in equilibrio tra tempo e obiettivi, professione e stile di vita.

Come sta cambiando il mondo del lavoro?

Elon Musk e altri leader delle tech companies internazionali prevedono che gli unici tre settori lavorativi che resisteranno alla rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale saranno quello ingegneristico-digitale di programmatori e tecnici altamente specializzati, quello artistico-creativo e quello dei lavori che prevedono forte interazione sociale.

Dallo studio The Future of Jobs realizzato dal World Economic Forum, emerge come il 65% dei bambini che frequentano attualmente la scuola primaria svolgeranno una professione che ancora non esiste. Il tema del lavoro nel futuro deve essere affrontato non soltanto nel senso di occupazione, ma di invenzione del lavoro e di come dotarsi degli strumenti che consentano di adattarsi alla velocità del cambiamento ed evolversi per svolgere, nell’arco della vita, non più solo un lavoro ma molti lavori.

Nell’Italia pre COVID-19 si riscontravano già problematiche legate alla produttività e alla perdita di giovani altamente specializzati che lasciano un Paese apparentemente senza prospettive per andare a produrre ricchezza in Paesi più avanzati e strutturati per crescere velocemente investendo nel capitale umano. Occorre pensare il lavoro del futuro in modo che non sia il lavoro, ma chi lavora ad essere centrale: ripensare il lavoro in termini di energia e di consapevolezza del ruolo del lavoro all’interno della comunità e della vita dell’individuo, e di nuovi strumenti disponibili e di luoghi inediti dove svolgerlo per renderlo una esperienza piena per le persone.

L’energia delle nuove generazioni è investita nella realizzazione personale, non nella sopravvivenza e nel progresso della società come in passato, trasformando il paradigma da lavorare per vivere a vivere lavorando. Le aziende hanno l’occasione di farsi protagoniste di opportunità di crescita individuale, che abbiano ricadute dirette sul benessere delle loro comunità di riferimento. Come andare oltre allo smart working in ottica wise?

Uno dei concetti principali del web-ate #3, infatti, è stato quello del Wise Working.  

Cos’è il Wise Working

  • È una modalità di lavoro, che vede al centro le persone e la cultura dell’organizzazione come nutrimento primo e fonte generativa del sistema;
  • È un modello aziendale nuovo, non basato sulle performance: KPI, K-Perfomance-I, ma sull’evoluzione sistemica e organica di chi lo adotta: KEI, K-Evolution-I;
  • Promuove stili di Leadership e modelli di Governance nuovi, in cui ciascuna parte funziona e partecipa come elemento integrante dell’insieme per il raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi;
  • Vede negli strumenti digitali e nell’aggiornamento delle tipologie contrattuali due punti chiave e di supporto per la sua realizzazione. 

È necessario individuare la peculiarità dell’Italia e dell’Europa nel progettare il futuro del lavoro, per decidere su cosa investire in via prioritaria e per dotarci degli strumenti necessari a svolgere professioni che ancora non esistono. A livello europeo, quali sono le misure rilevanti da intraprendere? Questo e molto altro è stato richiesto ai protagonisti di realtà tecnologiche, istituzionali e produttive italiane, a confronto sulla visione dello stato attuale e le necessità sui possibili sviluppi futuri del sistema del lavoro.

Rivedi di seguito il video della tavola rotonda:

Testo a cura di Making Future

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