Un ulteriore fenomeno al quale abbiamo assistito, come era prevedibile, durante il lockdown è il boom dell’e-commerce. Durante l’emergenza si sono verificati diversi cambiamenti nel mondo del commercio e nello specifico l’e-commerce ha svolto un ruolo di ripresa dei consumi. Basti pensare alle consegne a domicilio di beni alimentari, ma non solo. Hanno preso vita tanti nuovi shopper online con cui il Retail tradizionale dovrà fare i conti. Ciò che ormai è certo è che i consumatori continueranno ad essere più predisposti verso gli acquisti online, soprattutto per i prodotti locali, anche a seguito di una maggiore attenzione degli stessi verso la sostenibilità.

Il valore degli acquisti di prodotto online dovrebbe nel 2020 sfiorare i 22,7 miliardi di euro in crescita del +26% rispetto al 2019.*

I dati ad oggi evidenziano comunque come i settori più maturi da questo punto di vista crescano con un tasso sostenuto, ma al di sotto della media di mercato: nel 2020 Informatica ed Elettronica di consumo ha raggiunto il valore di 6 miliardi di euro (+18%), Abbigliamento 3,9 miliardi (+21%) e Editoria 1,2 miliardi (+16%). I comparti emergenti, invece, registrano ottimi risultati con ritmi di crescita esponenziali: in particolare Food & Grocery genera 2,5 miliardi di euro (+56% rispetto al 2019), Arredamento e home living 2,3 miliardi (+30%) e Beauty 770 milioni di euro (+37%).*

Rispetto al passato è quindi maturata una definitiva consapevolezza sulla necessità di sviluppare un canale e-commerce completamente integrato con l’esperienza fisica. Un cambiamento epocale, invocato dai consumatori, che chiama profonde revisioni di processo e di organizzazione, investimenti, capacità di ascolto (dei clienti) e molta creatività.

Molte piccole e medio imprese in Italia (che sono la maggior parte) per sopravvivere si sono dovute rimettere in gioco espandendo i canali di vendita. Ovviamente non senza difficoltà, basti pensare alle risorse necessarie per attivare un customer care, alla logistica, la formazione e molto altro. Secondo un sondaggio di Confartigianato, oltre la metà delle microimprese in Lombardia durante il lockdown ha implementato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali. Tra queste il sito web, i social network, l’e-learning e gli strumenti di vendita online.

È ragionevole pensare che gli avvenimenti degli ultimi mesi abbiano innescato un’accelerazione dei processi di digitalizzazione del settore retail già in atto da diversi anni, sensibilizzando aziende tradizionali e intere fasce di mercato sulle opportunità offerte dagli store virtuali.

Bisognerà che i brand rivalutino sempre più in futuro le proprie strategie, adeguandosi ai cambiamenti delle abitudini dei consumatori. Solamente quelle più predisposte al cambiamento e capaci di innovare riusciranno a sopravvivere.

* Dati dell’Osservatorio E-commerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano

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