Justice. Judge hammer on the table

La pandemia COVID-19 ha portato con sé conseguenze e cambiamenti che hanno interessato, interessano ed interesseranno diversi aspetti della nostra vita. Tra gli effetti più rilevanti, senza dubbio vi sono quelli economici che in molti casi si trasformano in gravi e variegati rischi legali che gravano su imprese, manager e professionisti.

PREVEDERE L’IMPREVEDIBILE

Non è scontato che un’azienda abbia la lucidità e la lungimiranza di valutare i rischi imprevedibili. È anche una questione culturale: il principio della “causa di forza maggiore” è più di derivazione anglosassone e manca nella maggior parte delle imprese italiane. La pandemia ha però dimostrato come l’imprevedibile non esista e come sarà sempre più necessario valutare tutti gli scenari, sia quelli prevedibili che quelli meno probabili.

Parallelamente, in questo difficile contesto, si sta verificando un atteso aumento dei rischi legali, dato confermato anche da molte testate giornalistiche e ricerche statistiche. I rischi più rilevanti che colpiscono l’intera industria: distribuzione, commercio, agricoltura, edilizia, sport e altri settori sono:

– Azione di responsabilità civile verso gli amministratori;

– Azione di responsabilità penale verso gli amministratori;

– Controversie con clienti e fornitori;

– Controversie per infortunio sul lavoro.

Questi rischi sono fortemente connessi a quello da infezione da Coronavirus, equiparato dall’INAIL all’infortunio sul lavoro. Ogni dipendente che risulti essere positivo può infatti chiedere un risarcimento del danno e, in determinati casi, può nascere un procedimento penale.

In questo quadro generale, va ad aggiungersi un possibile accertamento da parte delle autorità, che può irrogare sanzioni pecuniarie e interdittive in base alla gravità della violazione e, come se non bastasse, bisogna affrontare a proprie spese procedimenti lunghi e costosi per difendersi da queste accuse. L’unica possibilità che le aziende e i manager hanno per tutelarsi è quella di assicurarsi.

I rischi, tra cui quelli sopra elencati, sono da sempre parte di tutti gli ambienti di lavoro. Il COVID-19 non ha fatto altro che aumentare in modo esponenziale la probabilità di doversi difendere da contestazioni civili e penali. Tutti concordano che oggi più che mai gli imprenditori sono esposti a molti rischi, anche personali. Ciò è testimoniato dai dati a disposizione: ad oggi, più di 9.000 persone hanno contratto il virus durante la loro attività lavorativa e ciò porterà ad un incremento di procedimenti in ogni sede, sia penale che civile, e non per ultima la contestazione ai manager di non aver gestito in modo adeguato la situazione.

UNA TUTELA AD HOC

Aon ha studiato delle coperture assicurative per le aziende che possono godere di tutele modulari in grado di coprire tutti i rischi legali connessi alla loro attività, mentre per i manager una riduzione dei rischi connaturati al loro ruolo gestionale, che potrebbero sfociare anche in procedimenti penali. I professionisti possono sentirsi più sicuri relativamente ai rischi non assicurati dalle polizze ordinarie. Per loro, la tutela legale rappresenta un’integrazione necessaria.

Dopo la pandemia sempre più imprese eviteranno un approccio fatalista ai rischi e, con una propensione più manageriale, inizieranno a valutarli effettivamente, cercando di capire cosa fare per evitarli o mitigarli e – laddove non è possibile – gestirli e ridurne gli effetti negativi.

Potere e responsabilità vanno di pari passo: un imprenditore o un manager sono responsabili non solo di quello che fanno, ma anche di quello che non fanno, ovvero delle omissioni. Una realtà con cui diverse imprese hanno dovuto iniziare a fare i conti con la crisi sanitaria ed economica che ha impattato notevolmente sui risultati, portando a notevoli riduzioni del fatturato.

Aon si impegna ad affiancare imprese e manager per infondere una rinnovata cultura della prevenzione: l’auspicio è che dalla crisi l’Italia possa uscirne rafforzata con un approccio culturalmente diverso ai rischi.

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