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In risposta alla crisi pandemica da COVID-19, l’Unione Europea ha creato un programma chiamato Next Generation EU, stanziando 672,5 miliardi di euro che verranno distribuiti ai Paesi dell’Unione fino al 2026. L’Italia, adeguandosi al programma europeo, ha presentato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, detto PNRR, che prevede investimenti e risorse per 191,5 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 30,6 miliardi finanziati attraverso il Fondo complementare istituito con il D.L. n.59/2021 per un totale di 222,1 miliardi di euro.
I tre assi strategici intorno a cui si sviluppa il Piano sono digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica ed inclusione sociale. Da questi sono state create sei missioni differenti, ognuna con un proprio budget dedicato:

  • Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura: missione che, con lo stanziamento di circa 49 miliardi di euro, ha l’obiettivo di rinnovare il Paese investendo sui settori cardine per l’Italia, quali turismo e cultura.
  • Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica: stanzia 68,6 miliardi di euro e ha come obiettivo il miglioramento della sostenibilità garantendo una transizione ambientale equa ed inclusiva.
  • Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile: destina 31,5 miliardi di euro allo sviluppo di infrastrutture moderne e sostenibili estese a tutte le aree del Paese.
  • Istruzione e Ricerca: assegna complessivamente 31,9 miliardi di euro per rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecniche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
  • Inclusione e Coesione: prevede di facilitare la partecipazione al mercato del lavoro e favorirne l’inclusione sociale per un totale di 22,6 miliardi di euro.
  • Salute: si pone l’obiettivo di rafforzare la prevenzione ed i servizi sanitari sul territorio grazie a 18,5 miliardi di euro.

Il ruolo degli enti locali

Un ruolo fondamentale nell’attuazione degli interventi del PNRR sarà rivestito dagli Enti Locali, come previsto dall’art. 9 del decreto-legge 77/2021: “Alla realizzazione operativa degli interventi previsti dal Pnrr provvedono le amministrazioni centrali, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali, sulla base delle specifiche competenze istituzionali”.
Tra gli obiettivi del PNRR, infatti, vi è anche quello di risolvere una criticità che ha sempre caratterizzato il nostro Paese ovvero abbattere le disuguaglianze territoriali sia dal punto di vista delle infrastrutture sia a livello di servizi offerti ai cittadini.
Dunque, circa il 35% delle risorse del PNRR sarà direttamente gestito dagli Enti Locali, i quali non solo dovranno presentare delle proposte ma saranno anche coinvolti nella realizzazione delle opere pubbliche.
È opportuno notare, inoltre, che non saranno soltanto comuni, province, città metropolitane e regioni i beneficiari delle risorse, ma anche altri Enti territoriali della PA quali ad esempio i Consorzi di Bonifica.

La responsabilità degli enti locali non ricade solamente nell’allocazione delle risorse e nel raggiungimento degli obiettivi, bensì essi avranno una gestione a 360° su tutti i processi avendo l’onere di verificare la regolarità delle procedure svolte. A tal proposito è prevista la possibilità di assumere personale qualificato a tempo determinato o avvalersi di consulenti esterni.
Tale responsabilità viene meno nel caso in cui gli enti preposti allo svolgimento di determinate attività non riescano a rispettare i tempi previsti o vengano riscontrate delle difformità nelle procedure, ciò è definito dall’articolo 12 del Dl 77/2021 in cui è previsto che il governo possa esercitare dei “poteri sostitutivi” attribuendo la governance degli interventi ad un altro organo pubblico o a un commissario ad acta.

Il ruolo dei broker e delle Assicurazioni

Nei prossimi anni, pertanto, l’Italia si prepara a ricevere 191,5 miliardi di euro, un’occasione storica che non può essere sprecata e che necessita di uno sforzo corale di tutto il sistema produttivo del Paese.
Per la riuscita del Piano, fondamentale sarà il ruolo di tutti gli attori del mondo assicurativo, che dovranno essere sempre più in grado di agevolare il trasferimento del rischio delle Aziende e dagli Enti, così da liberare le risorse economiche che, alternativamente, continuerebbero a gravare sul credito di Organizzazioni e collettività. 
Per ottenere questo risultato sarà necessario:

  • un continuo aggiornamento delle professionalità, avviando collaborazioni tra assicurazioni ed Atenei al fine di favorire percorsi di formazione sempre più orientati alle evoluzioni e agli aggiornamenti del mercato;
  • lo sviluppo della capacità da parte dei broker e degli assicuratori di prevenire i rischi che corrono le Aziende e passare da un rapporto Cliente-fornitore a quello di partnership; in particolare sarà la capacità d’innovazione a dover essere migliorata, offrendo nuove risposte in termini di mitigazione del rischio e nuove competenze di fronte ai rischi emergenti;
  • infine, per affrontare le sfide del futuro, sarà necessaria una maggiore diffusione di una “cultura assicurativa”, accompagnata dalla ricerca scientifica. Senza un piano adeguato di trasferimento del rischio al mondo assicurativo, infatti, il PNRR potrebbe avere maggiori difficoltà di trovare piena realizzazione.

PNRR: lo stato dell’arte

Il periodo attuale è caratterizzato da un’incredibile ripresa economica ed una buona situazione dei mercati, in particolare le medie imprese dimostrano una forte resilienza e voglia di crescita, risulta quindi fondamentale il pieno sfruttamento delle risorse stanziate dall’Unione Europea per garantire la completa ripresa dell’economia del nostro Paese. È proprio in questo scenario positivo che si sta per concludere il 2021, ovvero il primo dei 6 anni di durata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È quindi il momento di tirare le somme per capire quali traguardi sono stati raggiunti, ma soprattutto quali obiettivi bisogna porsi per i prossimi anni.

Il PNRR ha visto, dopo il periodo estivo, una notevole accelerazione. Dei 51 “target” fissati dal governo Draghi per l’anno 2021 e divisi in 24 investimenti e 27 riforme, ai primi di novembre ne sono stati raggiunti 29 e sono stati adottati ben 549 provvedimenti.
Ai ministeri competenti sono stati richiesti controlli e briefing settimanali e non più mensili. Segno evidente di una necessità di far presto e bene, in modo da raggiungere il traguardo finale, il cui primo termine è fissato al 31 dicembre di quest’anno.

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